Ho potuto finalmente testare una Tecnifibre, per la precisione il modello T-Fight da 280 grammi, series 2, del 2015, che tutto sommato rientra tra i telai “competitivi” come li definisco io, in quanto tecnologicamente molto moderna.
Ero curioso di provare questa azienda, e come molti di voi sanno, non sono un fissato delle 300 grammi, in quanto secondo me per il tennista amatore puro o dilettante e per il principiante, le 280/285 grammi rappresentano una grammatura spettacolare, senza trascurare l’universo donna, che viene sempre dimenticato nei test.
Vi anticipo che meritano la fama di essere racchette fatte bene, e non si discute. Ma la giocabilità? Hanno anche la nomea di essere telai non proprio semplici… vediamo un po' se è meritata anche questa fama.
Vi dirò subito le caratteristiche: 100 di piatto, 280 peso, 16 x 20 pattern, che è uno schema meno classico ormai. Come appena detto, balza all’occhio la qualità del prodotto. Bumper, vernici, materiali, dettagli: è fatto bene, con la spettacolare cura riservata ai grommet per il nodo, costruiti in modo tale da non rovinarsi - appunto - con i nodi. Pertanto promossa a pieni voti per questo aspetto qualitativo.
In campo c'è grande confort e uno swing facilissimo. La suggerirei senza dubbio a chi avesse problemi alla spalla. Ma andiamo oltre la subitanea impressione di manovrabilità. Se cercate potenza, non c’è. Non è una Babolat Evo Drive o una Dunlop SX 300 LS. Questa racchetta pare nata per stare a rete, dove secondo me è un’arma micidiale per la sua velocità e precisione, anche grazie al pattern da 16 x 20.
Anche da fondocampo fa la sua parte, in merito alla precisione, ed è anche molto stabile nei colpi, ma la potenza latita. Questa è incordata con Head Lynx 1,25 a 22,0/20,5 Kg ,eppure ha bisogno di braccio, ma senza la spinta del braccio, non riesce a creare potenza. Non è questione di tecnica: semplicemente non è la potenza la sua arma. Sicuramente ha le sue doti di spin, soprattutto in slice e in backspin, ma se pensate di avere una mazza alla Danil Medvedv o Isa Swiatek, scordatevelo: non è questa.
Personalmente la incorderei in syntethic gut, perché credo che così facendo avrei potenza in più e ulteriore controllo, e non mi lamenterei dello spin perso, perché di fondo non è nata per spinnare.
Il grande pregio di questo telaio è il fatto che non ci si accorge di usarlo, è molto molto confortevole e leggero, tutto sommato perdona parecchio gli errori, ma non è una Head Boom MP o una Yonex Ezone 100 in tal senso, motivo per cui tra le leggere, non è quella che suggerirei al principiante.
Lo vedo più come un telaio per chi, sapendo giochicchiare, voglia una leggera con queste caratteristiche di controllo e manovrabilità. Sapete a chi lo darei senza discutere? A un coach che magari tiene in mano il telaio 6/7 ore al giorno, e con un telai del genere potrebbe essere soddisfatto al 100%.
Vale la pena prenderlo? Sì se volete un telaio - appunto - comodo e agile, ma dovete già masticare il tennis, altrimenti ci sono scelte migliori.
Sul mercato di seconda mano si trovano a prezzi abbordabilissimi: dai 50 euro in giù, e data la qualità dei grommets, praticamente vi giungono telai pari al nuovo se ben tenuti. Posso dire che nella miriade di telai tutti uguali tra loro, questo ha il pregio di essere diverso. E come tale, può essere pessimo per qualcuno e fare innamorare altri, ma se non lo si prova, non lo si può capire.